Quando si opera in progetti di #sviluppo in contesti internazionali, ma non solo, una delle richieste più ricorrenti è quella di individuare delle soluzioni che funzionano altrove – le c.d. #bestpractice – che se applicate – e pur con qualche adeguamento – dovrebbero consentire di indurre un improvviso salto #economico e #sociale.
Interessante sul piano intellettuale, ma spesso deludente dal punto di vista pratico, tale metodo è tuttavia diffusissimo, pur sottovalutando il fatto che la crescita è solo in parte il risultato dei pur necessari progressi #tecnici, ma deriva anche, e forse soprattutto, da attitudini #sociali e #culturali che trovano radicamento in secoli se non millenni di storia.
Un esercizio piuttosto divertente è dunque quello di riprendere il bel lavoro di Geert Hofstede, che nel 1980 declinò la teoria delle #dimensioniculturali, la quale ci racconta che le società possono essere distinte in base ad alcuni #caratteri che ne influenzano il comportamento e persistono nel tempo, ovvero: (1) la distanza dal potere, (2) l’individualismo contro il collettivismo, (3) la mascolinità contro la femminilità, (4) il rifiuto dell’incertezza e (5) l’orientamento a breve termine rispetto a quello a lungo termine.
II seguente link ne consente di vedere l’applicazione e i risultati per le diverse nazioni:
Buon weekend interculturale!